Sendo Inviato March 27, 2021 Segnala Inviato March 27, 2021 Non credo ci sia una risposta semplice alla tua domanda, sto cercando di pensare ad un esempio valido ma in soldoni al crescere delle estensioni presenti nell'accordo su cui stai suonando le possibilità di suonarci sopra diminuiscono sensibilmente Immagina di dover improvvisare su un pedale fisso di A (Maggiore), potrai interpretarlo come: Primo grado di A maggiore --> puoi suonare la scala maggiore Quarto grado di E maggiore --> puoi suonarci sopra la "scala" lidia evidenziando la sua note caratteristica, ovverosia la quarta aumentata, terza maggiore e la settima maggiore Quinto grado di F maggiore --> puoi suonarci sopra la "scala" misolidia evidenziando le sue note caratteristiche, terza maggiore, settima minore Cosa succede però se invece di un semplice A Maj suono uno di questi accordi? A Maj 9 A6 A Maj 7 A 6/9 A7 A 13 (sotto inteso senza l'11esima) A Maj7 (#11) Succederà che le mie possibilità si restringeranno perché il misolidio contiene la settima minore, quindi non va bene con gli accordi in cui è presente una settima maggiore, il lidio è l'unico che contempla accordi con #11, ionio e lidio sono gli unici ad avere la settima maggiore e così via Morale della storia non si può pensare solo in senso strettamente melodico ma è necessario tener conto dell'armonia del brano e degli accordi che ci troviamo davanti 3 Cita
th3madcap Inviato March 28, 2021 Segnala Inviato March 28, 2021 questo vale prevalentemente in un contesto tonale. In un brano modale puoi interpretare più liberamente i singoli accordi, facendogli anche assumere funzioni diverse in momenti diversi del fraseggio. 1 Cita
Sendo Inviato March 28, 2021 Segnala Inviato March 28, 2021 Vero, ma anche la libertà di interpretazione dell’accordo non prescinde dalla conoscenza dell’armonia Suonare la qualunque non è suonare modale è suonare a caso, esaltare determinate dissonanze o consonanze sapendo come si colloca quel determinato intervallo all’interno dell’accordo è un altro discorso. A mio parare la conoscenza deve essere sia teorica, sia sonora, devo sapere cosa sto per suonare e come suonerà 1 Cita
Tony Bellardi Inviato July 4, 2024 Segnala Inviato July 4, 2024 Il 25/3/2021 at 16:02, th3madcap dice: Io sono arrivato alla conclusione opposta. I modi sono molto banalmente rivolti di una scala. Le caratteristiche armoniche di ciascun modo possono essere spiegate semplicemente con gli intervalli. Prendi la scala maggiore, aumenti il 4' grado e hai una scala lidia. Se abbassi anche il settimo grado ottieni una lydian dominant, cambiando quindi anche sistema di riferimento, ma sto pensando agli intervalli. Se sto suonando in Do io penso alla scala di Do, non penso al Re Dorico, al Mi Frigio, al Fa Lidio, ecc. penso di essere in Do e basta. Trovo lo studio dei modi un po' sopravvalutato, non fraintendetemi, nel senso che è un modo (hehehe) di organizzare il materiale che certamente aiuta ad orientarsi, ma che non dà una visione totale, completa, bisogna anche prescindere dai modi e sentire gli intervalli. Intendo dire che è giusto sapere che una scala dorica è una scala minore con la sesta maggiore, e che un tono indietro sai in che tonalità ti trovi, ma trovo altrettanto utile sapere che se sto suonando su un accordo minore se suono la sesta maggiore ottengo "quel" particolare colore. sono d'accordo. credo sia la didattica tradizionale con il riferimento alla scala di appartenenza che sia del tutto forviante. come è del tutto inutile o quasi pretendere di sentire il colore di ogni modo sull'accordo di riferimento della tonalità, sto cercando una didattica improntata su questo e cioè sulle estensioni da usare sull'accordo per poter usare il modo opportuno anche se forse faccio prima a crearlo guardando le alterazioni, hai consigli ? Cita
th3madcap Inviato July 5, 2024 Segnala Inviato July 5, 2024 L'approccio di cui parlo secondo me funziona soltanto dopo che si comprende a fondo il rapporto che c'è tra scala, arpeggio e accordo all'interno del sistema tonale. E' fondamentale spiegare i modi e il loro ruolo all'interno della tonalità, e per ciascun modo analizzare i singoli gradi e il loro ruolo nell'accordo. Soltanto allora si può (anzi, ed ecco il punto, si DEVE) semplificare riportando tutto ai colori degli intervalli, ed è lì che il fraseggio diventa personale. O almeno così ho fatto io che però sono un cane a suonare 1 Cita
Tony Bellardi Inviato July 10, 2024 Segnala Inviato July 10, 2024 Il 5/7/2024 at 10:06, th3madcap dice: L'approccio di cui parlo secondo me funziona soltanto dopo che si comprende a fondo il rapporto che c'è tra scala, arpeggio e accordo all'interno del sistema tonale. E' fondamentale spiegare i modi e il loro ruolo all'interno della tonalità, e per ciascun modo analizzare i singoli gradi e il loro ruolo nell'accordo. Soltanto allora si può (anzi, ed ecco il punto, si DEVE) semplificare riportando tutto ai colori degli intervalli, ed è lì che il fraseggio diventa personale. O almeno così ho fatto io che però sono un cane a suonare I modi non sono da riferirsi alla tonalità, creano la loro modalità. Il contesto di un modo non è tonale ma modale, non si ha più un sistema di armonizzazione dove ogni grado ha un suo ruolo vedi accordi di dominante etc, vi è una modale (tonica) e tutto si sviluppa da essa con una serie di intervalli ben precisi per qualsiasi modo della scala maggiore, min nat, min arm, min mel. da wiki Nella musica modale, lo sviluppo musicale avviene unicamente attraverso la melodia, ed anche nel caso che ci siano più linee melodiche concomitanti, con la possibilità che si formino degli accordi, essi non sono mai considerati causa determinante per lo sviluppo delle melodie, ma piuttosto un effetto di esso[6].https://it.wikipedia.org/wiki/Musica_modale molto interessante Cita
Tony Bellardi Inviato July 10, 2024 Segnala Inviato July 10, 2024 Nella didattica moderna, quella più spicciola purtroppo secondo me di qualsiasi di queste scuole moderne, non ci si addentra nel dettaglio a raccontare la storia e l'evoluzione musicale, basta cmq leggere wiki per capire che è forviante cercare di spiegare i modi e l'approccio modale rapportandolo al tonale che è venuto dopo, sono cose diverse. Quando feci sentire un pezzo di Satriani tanti anni fà ad un bassista jazzista dicendogli tutto gasato vedi io suono modale, senti questo è Satriani, mi rise in faccia e mi disse Questo non è modale. Ora vallo a fare capire a chiunque facendo un pezzo di Satriani crede di suonare in lidio lo devo capire ancora bene io. Penso che nella musica che ascoltiamo o suoniamo noi si possa parlare di frammenti di modo inseriti appunto all'interno di un concetto tonale dove non c'è una nota fissa per tutto il brano. Cita
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