Il male sono anche i social, dove il chitarrista si concentra più sull'apparenza che sulla sostanza: suono e composizione. Questo bisogno di apparire è un male che si può riversare su tanti altri aspetti, non solo nel contesto musicale.
Mi sono fatto bannare da molti gruppi FB per il mio modo pacato di rispondere a gente che mi fa notare come io perda tempo con le valvole quando col digitale suona meglio. Mettiamo anche che sia così, ma saranno cazzi miei di come e cosa voglio suonare? I social hanno la responsabilità di questi atteggiamenti del cazzo dove le mode hanno dalla loro i numeri, i risultati sono: suoni uguali per tutti, arrangiamenti inesistenti, stili inesistenti (per lo più i soli si compongono di lick copiati e incollato qua e là...), leccamenti reciproci per strappare i like.
Ora per riprendere dalla divagazione da boomer (ho scoperto grazie ai miei studenti di esserlo), l'industria produce anche quello che si vende e ora si vende grazie anche ai social. Youtubers e spesso proprio gli endorsers, sono un male moderno.
Ora posso tornare ad ascoltare Richard Benson e a guardare il video di una capra che si sturba annusando i fumi della brace.